Mandatario elettorale

Spese elettorali: le contestazioni ad Alessandra Todde

Gennaio 6, 2025 | by Luca Piovano

Sardegna

La gestione delle spese elettorali è un tema fondamentale per garantire trasparenza e legalità. Di recente, Alessandra Todde, candidata alla Presidenza della Regione Sardegna, è stata coinvolta in una serie di contestazioni. Queste sono state sollevate dal Collegio Regionale di Garanzia Elettorale.

Questo uno dei tanti articoli pubblicati sul tema dai principali quotidiani:

Alessandra Todde «decaduta» da governatrice della Sardegna. Lei: «Impugno l’atto, continuo il mio lavoro» | Corriere.it

Le contestazioni riguardano presunte irregolarità nel rendiconto elettorale e nella gestione finanziaria della sua campagna.

Le principali irregolarità contestate

1. Rendiconto elettorale non conforme

La dichiarazione di spesa di Todde non rispetta l’art. 7, comma 6, della Legge Regionale Sardegna n. 1/1994.

Todde ha dichiarato spese per €90.629,98 e contributi per €90.670,01. Tuttavia, i documenti sono stati firmati solo da lei.

Inoltre, ha allegato un rendiconto di spese sostenute da un comitato denominato “Comitato Elettorale del M5S per l’elezione del Presidente della Regione Sardegna”. Questo rendiconto è stato inviato alla Corte dei Conti come spese del movimento/partito.

Secondo il Collegio, questo metodo non chiarisce se le spese siano solo della campagna di Todde o anche di altri candidati del Movimento.

2. Mancata nomina del mandatario elettorale

La nomina del mandatario elettorale è obbligatoria per legge (art. 7, comma 3, Legge 515/1993). Nonostante ciò, Todde non ha nominato un mandatario. Ha dichiarato di aver ricevuto contributi per €90.670,01, ma senza rispettare questa regola. Questo viola le norme sulla trasparenza.
Una sintesi della previsioni normative riguardanti la nomina del mandatario elettorale si possono trovare in questo articolo: Come designare ufficialmente il mandatario elettorale.

3. Assenza di un conto corrente dedicato

Per legge, ogni candidato deve avere un conto corrente dedicato alla campagna elettorale. Todde non ha rispettato questa norma. Ha usato un conto di Intesa Sanpaolo e ha fornito solo una “lista movimenti”. Questo non è sufficiente secondo l’art. 7, comma 4, della Legge 515/1993.
Una sintesi della previsioni normative riguardanti l’obbligo di apertura del conto corrente dedicato si possono trovare in questo articolo: L’apertura del conto corrente del mandatario.

4. Mancata asseverazione del rendiconto

Il rendiconto deve essere sottoscritto e asseverato dal mandatario. Nel caso di Todde, questo non è avvenuto. Questo rappresenta un’ulteriore violazione delle norme.

5. Mancanza di trasparenza sui finanziamenti

Un altro problema riguarda l’assenza di informazioni sui finanziatori. Nel rendiconto non sono indicati i nomi di chi ha contribuito alla campagna. Questa mancanza di trasparenza viola le regole.
Una sintesi della previsioni normative riguardanti gli obblighi di trasparenza sui contributi ricevuti per la campagna elettorale si possono trovare in questo articolo: La raccolta dei fondi per la campagna elettorale.

6. Utilizzo improprio di conti PayPal

Il Collegio ha contestato anche l’uso di un conto PayPal. Le somme ricevute non sono state documentate come finanziamenti o donazioni. Questo viola l’art. 7, commi 3 e 4, della Legge 515/1993.

Conclusioni

Il caso Todde sottolinea quanto sia importante una gestione trasparente delle campagne elettorali.

Queste contestazioni mostrano che il rispetto delle norme finanziarie non è solo un obbligo burocratico. È, infatti, un elemento essenziale per garantire correttezza nel processo democratico.

Questa vicenda, quindi, offre spunti di riflessione per tutti i politici. Inoltre, evidenzia l’importanza di gestire gli aspetti finanziari delle campagne in modo professionale e conforme alle leggi.

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